Sito Pubblico del Social Forum di Terracina

Acqua, l’era dei privati

Da Latina Oggi del 20 novembre 2009

ACQUA, L’ERA DEI PRIVATI

di Graziella Di Mambro

Cambia la gestione dell’acqua in Italia, tranne a Latina dove è già cambiata da un pezzo. Per capire cosa succederà al servizio idrico nel Paese bisogna andare alla voce «Acqualatina» perché il territorio pontino ha fatto da apripista al sistema privato della gestione delle risorse idriche. Oggi si potrebbe dire che Latina è un «modello». Positivo o negativo che lo si voglia definire. Attualmente (anzi dal 2002) l’acqua dalla fonte alla depurazione viene controllata da Acqualatina S.p.A., società a capitale misto con il pacchetto di maggioranza in mano ai Comuni pontini (più Anzio e Nettuno); le attività e le scelte della società vengono controllate dalla conferenza dei sindaci e da un soggetto terzo (Segreteria tecnica) nominato dalla Regione. Il consiglio di amministrazione della società è presieduto da un politico, il senatore Claudio Fazzone (che sarebbe incompatibile); l’amministratore delegato è espressione del socio privato di maggioranza, Veolia. In questi anni di gestione privata i guai per gli utenti si sono moltiplicati, le bollette sono diventate più salate e il servizio in certi casi è addirittura peggiorato (il sud pontino ha un problema cronico di torbidità dell’acqua potabile). Eppure a guardare bene nella storia recente di questa società per azioni è quasi impossibile attribuire tutte le vessazioni contrattuali, gli sprechi e gli errori al solo fatto di rappresentare una forma di gestione privata dell’acqua. In realtà ciò che più ha fatto male ad Acqualatina è stata la sua componente pubblica, che ha trasformato il modello di gestione a capitale misto in un elefantiaco carrozzone. Acqualatina in questi anni non si è mossa come una società privata ma peggio di un consorzio pubblico, con assunzioni clientelari, controllo sugli appalti, consulenze a parenti e amici dei politici, lottizzazione sfacciata dei posti nel consiglio di amministrazione. La componente pubblica dentro la S.p.A. ha schiacciato il motore privatistico della stessa e ha portato ad una lievitazione dei costi che sta facendo rischiare grosso alle casse della società. Acqualatina è stata definita negli anni una società «fuori controllo» nel senso più autentico del termine. A controllare le scelte della società dovrebbe infatti essere la conferenza dei sindaci guidata dal presidente della Provincia, Armando Cusani. Detta conferenza è in maggioranza composta da sindaci del PdL, i quali dovrebbero trovare il «coraggio» di censurare scelte compiute dal loro capo politico, Claudio Fazzone, che è appunto presidente del cda. Si tratta di una ipotesi impossibile. E infatti la conferenza dei sindaci non ha mai, ma proprio mai, sollevato alcuna eccezione contro la società. Neppure quando si è trattato di stipulare il mutuo da 115 milioni con una chiacchieratissima banca come la Depfa. E infatti il primo a firmare il contratto base è stato il primo controllore della S.p.A., Cusani. Lo stesso che è arrivato a costituirsi in giudizio come presidente della Provincia contro i Comuni riluttanti ad accettare le regole di Acqualatina. Il pressing della politica sulla S.p.A., ad un certo punto (nella primavera scorsa) è diventato insopportabile persino ai soci privati, al colosso Veolia che infatti ha cambiato parte del management presente su Latina e il funzionario cui è demandato il ruolo di amministratore delegato. In pratica Veolia cerca di liberarsi dal condizionamento politico. Messa in questi termini, se la privatizzazione vera delle acque in provincia di Latina dovesse significare liberarsi dal giogo della politica e della lottizzazione, allora si potrebbe parlare di vera conquista. Incredibile a dirsi ma il totale controllo dei privati è meglio di quel che si è visto fino ad oggi in questo territorio a proposito di acqua.

BIOGRAFIA DELLA SOCIETÀ

Il servizio idrico integrato viene istituito nel 2002 con la individuazione del socio privato a seguito di gara pubblica.

● Il gruppo francese General des Eaux vince sull’inglese Severn Trent e già ci sono molti dubbi su una serie di passaggi; l’offerta della vincitrice viene giudicata non favorevole dal capo della segreteria tecnica dell’epoca. Lo stesso anno viene costituita la società Idrolatina s.r.l che oltre ai francesi prevede poche azioni in mano ad una costellazione di società, tra cui quelle che negli anni svolgeranno servizi per Acqualatina.

● Nel 2004 scoppia il primo scandalo e riguarda gli appalti in house, fatti senza regolare gara e affidati a società della galassia Idrolatina. Nel frattempo cede le sue quote la società dell’ENEL entrata nella prima partecipazione. L’anno seguente la Procura di Latina apre un’inchiesta sugli appalti che si concluderà con ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari a gennaio del 2008. Provvedimenti restrittivi poi revocati ma che non hanno mai scalfito la composizione del cda, pur coinvolto nell’indagine.

● Nel 2009viene stipulato il contratto più oneroso di Acqualatina, il mutuo da 115 milioni di euro con Depfa Bank, l’istituto irlandese già coinvolto nello scandalo dei derivati del Comune di Milano.

I COMITATI, BATTAGLIE E «VITTIME» PER IL BENE PUBBLICO

Una rete di comitati civici, associazioni, gruppi eterogeni di cittadini da almeno cinque anni combatte una guerra complicata per affermare il diritto all’acqua pubblica. Con l’approvazione della legge nuova sulle gestioni idriche questa guerra può dirsi persa. In realtà gli spunti di riflessione, le eccezioni, i dubbi restano tutti sul tappeto e molti di questi sono specifici sul sistema di gestione idrico pontino. Tra gli irriducibili dell’acqua pubblica c’è il comitato di Aprilia, guidato da Alberto De Monaco, che è riuscito a catalizzare l’attenzione sul «caso Latina» e ha attuato la più grande forma di protesta contro Acqualatina con il pagamento delle bollette al vecchio gestore. Questo ha fatto sì che proprio Aprilia sia oggi il simbolo della lotta per l’acqua pubblica e venga considerata dalla società di gestione il più importante problema da risolvere a breve termine. I cittadini di Aprilia che contestano le bollette dell’acqua vengono considerati formalmente «morosi» ma in realtà sono qualcosa di molto più spinoso e complesso. Oltre alle bollette infatti questo comitato ha dimostrato che il mutuo stipulato dalla società con l’avallo dei sindaci è dannoso per i Comuni e in definitiva per gli utenti. Ciò non ne ha, però, intaccato al validità.

Lascia un commento