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Archivio per la categoria ‘AGENDA21’

Terracina, tetti in amianto vicino ad una scuola: le autorità non intervengono

Dal sito Internet http://www.h24notizie.com/2015/03/terracina-tetti-amianto-vicino-ad-una-scuola-le-autorita-non-intervengono/

TERRACINA, TETTI IN AMIANTO VICINO AD UNA SCUOLA: LE AUTORITÀ NON INTERVENGONO

di Andrea Di Lello

Tetti in cemento amianto vicino ad una scuola, ma nessuno verifica se e quanto siano pericolosi. Alla elementare Francesco Lama da tre mesi aspettano che le autorità competenti si facciano vive per controllare se le coperture in eternit degli immobili contigui all’edificio scolastico possano nuocere alla salute dei piccoli alunni e del personale. “Ma non si muove nulla – spiega un genitore -. Sappiamo che i vigili hanno fatto da tempo un fax alla ASL e all’ARPA per sollecitare un controllo. Sta di fatto che nulla si muove. E tetti di eternit rovinati sono a contatto con la scuola…”.

È noto che il cemento amianto subisce un progressivo degrado, con conseguente rilascio di fibre, per azione degli sbalzi termici, dell’erosione eolica, di microrganismi vegetali e delle piogge acide. Così non è chiaro quali rischi stia correndo la salute dei bambini della scuola elementare Francesco Lama. Prima dello scorso Natale, allertato dai genitori, si era mosso anche l’assessore ai Lavori Pubblici, Pierpaolo Marcuzzi, che si era rivolto alla ASL per le necessarie verifiche. Senza esito anche il suo intervento.

Qualcuno su Facebook ci scherza amaramente su, postando un breve un video dei tetti sospetti con questo commento: “Cartolina da Terracina… Alberi di Limoni e le Gioie dell’Orto all’amianto. A pochi passi dalla Scuola Francesco Lama”.

A Terracina, l’amianto è un problema: cinque morti tra il 2011 ed il 2014 per mesotelioma, il tumore provocato dall’eternit; 144 le tonnellate di amianto rimosse dal territorio urbano ed extraurbano nel 2013. Secondo il WWF, inoltre, di questo materiale sono fatti almeno 52 tetti, 46 tettoie, 9 cornicioni, 18 canne fumarie, 7 recipienti. Sono 8, infine, i siti di rifiuti di amianto.

I rappresentanti del Forum di Agenda 21 Locale, in accordo con gli altri componenti di Tavolo Tecnico, e con Valerio Golfieri, consigliere comunale delegato all’inquinamento elettromagnetico e all’amianto, stanno lavorando per arrivare all’approvazione da parte del Consiglio comunale di un apposito regolamento.

Stop agli interventi tampone. Il piano d’azione presentato dal Forum di Agenda 21 al Comune di Terracina dopo lo scempio degli ultimi giorni

Da Latina Oggi del 4 agosto 2012

STOP AGLI INTERVENTI TAMPONE. IL PIANO D’AZIONE PRESENTATO DAL FORUM DI AGENDA 21 AL COMUNE DI TERRACINA DOPO LO SCEMPIO DEGLI ULTIMI GIORNI

di Francesco Avena

Da venti anni sugli 11 chilometri di costa si rincorre l’emergenza, ci si limita e interventi-tampone che non risolvono mai il problema all’origine. Il mare di Terracina, puntualmente, si presenta pulito a inizio stagione. Ma poi, quando l’estate entra nel vivo, chiazze oleose e rifiuti galleggianti spinti a riva dalla corrente mettono in fuga i bagnanti. Nei giorni scorsi l’ultima «invasione » di spazzatura galleggiante che ha mandato su tutte le furie turisti e operatori balneari. Giovedì il forum di Agenda 21 ha quindi presentato in Comune un nuovo documento: sei pagine di critiche su cosa non si è fatto, analisi della situazione, e proposte concrete per avviare un percorso costruttivo. Perché risolvere la situazione si può, ma per imboccare la strada giusta bisogna rimboccarsi le maniche e non perdere altro tempo. Su cosa si doveva fare e non è stato fatto, il Forum presieduto da Emilio Selvaggi, affiancato dal segretario Sergio Gianforchetti, è impietoso: «Mancano politiche di tutela ambientale, si registra la totale assenza di programmazione e di coordinamento tecnico-amministrativo». «La carenza di concertazione istituzionale e gli interventi episodici» fanno il resto. Gli strumenti per evitare che il mare di Terracina diventi puntualmente una pattumiera ci sono. Agenda 21 ne propone qualcuno. Esiste un piano europeo finanziato fino al 2020 per le politiche ambientali riguardante il ciclo delle acque reflue, sia domestiche sia di origine industriale e agricola. Perché non aderire e magari ottenere finanziamenti? Bisognerebbe poi censire puntualmente i punti sensibili, probabile fonte di inquinamento: impianti di depurazione, canali. Ma quando i problemi sono così difficili da risolvere, vale il detto che l’unione fa – e deve fare – la forza. «Bisogna rendere effettivamente efficiente, attraverso un prestabilito calendario di incontri annuali e di obiettivi programmatici, al fine di raggiungere un efficace coordinamento tra i diversi soggetti competenti (Comune, Provincia, Acqualatina, Consorzio di bonifica, ARPA), quale garanzia dei risultati che si vogliono ottenere». Agenda 21 chiede anche controlli costanti e puntuali, magari stringendo una collaborazione continua tra rappresentanti di tutti gli organi competenti e forze dell’ordine. Il percorso sarebbe comunque lungo e tortuoso, ma sempre meglio cominciare che continuare a intervenire in modo confuso e, alla conta dei fatti, inutile per il mare di Terracina.

LE TAPPE

Era l’ottobre 2009 quando in Comune vennero presentate 1.300 firme per chiedere un intervento a difesa del mare. Nel luglio del 2010 arrivò il primo piano d’azione promosso da Agenda 21, ma tutto resta sulla carta. Arriva l’inverno del 2011, e il piano «Mare pulito» non viene rispettato, nonostante le sollecitazioni del Forum ambientalista all’amministrazione comunale. Lo scorso aprile Agenda 21 chiede un nuovo incontro al Comune, ma da piazza Municipio nessuno risponde.

Rifiuti, bando fuori tempo a Terracina. Agenda 21 denuncia i ritardi: così non si esce mai dall’emergenza

Da Latina Oggi del 12 luglio 2012

RIFIUTI, BANDO FUORI TEMPO A TERRACINA. AGENDA 21 DENUNCIA I RITARDI: COSÌ NON SI ESCE MAI DALL’EMERGENZA

di Francesco Avena

Il rischio è che dall’emergenza rifiuti non si esca mai. Per chi è rimasto «scottato» da anni e anni di gestione tutt’altro che impeccabile, i ritardi che si stanno avendo nelle procedure per espletare il bando di gara sui rifiuti fanno già suonare il campanello d’allarme. Ad alzare la guardia è il Forum di Agenda 21 presieduto da Emilio Selvaggi che nei giorni scorsi, in una conferenza stampa, ha voluto criticare l’atteggiamento dell’amministrazione comunale, che sembra essersi impantanata dopo un avvio incoraggiante. Non è chiaro il motivo, ma da un mese la pratica sembra essersi bloccata. Al 14 giugno scorso risale, infatti, la convocazione di una assemblea per confrontarsi sull’argomento, ma è stata rinviata dal Comune a data da destinarsi. A quando? Non si sa. E allora a quelli di Agenda 21 sorgono i primi dubbi, perché l’amministrazione sembrava essere intenzionata a varare il bando per l’estate (addirittura per giugno), e invece andando avanti di questo passo i tempi rischiano di allungarsi in modo pericoloso. «Il bando europeo richiede tempi tecnici e uno sforzo collettivo per essere redatto nel migliore dei modi. La ditta che verrà – ha affermato il presidente Selvaggi – dovrà segnare una svolta. L’amministrazione ha già in mano un piano del CONAI che può essere definito soddisfacente, serve solo qualche ritocco ad esempio per quanto riguarda l’inserimento di sanzioni per chi non rispetta le regole sul conferimento dei rifiuti». Agenda 21 pretende inoltre che il Comune non basi la propria scelta sulla sola logica del ribasso, ma sulla serietà e l’esperienza delle ditte che verranno a presentarsi al bando. Un aspetto ancora non è chiaro, e cioè il costo del servizio: si vocifera di una cifra di poco inferiore ai 9 milioni di euro l’anno, ma non è certo. Una posta in gioco molto alta, quella dei rifiuti. Ed è proprio per questo che Agenda 21 chiede all’amministrazione di «vincolare» la ditta che verrà a determinate condizioni imprescindibili per l’aggiudicazione del maxi appalto. «La raccolta differenziata – ha spiegato Lavio Grossi – deve essere un pilastro fondante dell’intero servizio su tutto il territorio cittadino. Altro aspetto cruciale è la garanzia degli introiti: l’amministrazione deve “blindare” la società che verrà, che dovrà essere in grado di riscuotere. Non è concepibile che un Comune come Terracina faccia registrare un tasso di evasione altissimo». Insomma regole ferree, a cui deve fare da contraltare un cronoprogramma preciso per cui il Comune deve darsi obiettivi e scadenze. Che se non dovesse riuscire a rispettare, dovrebbe essere in grado di spiegare il perché.

Terracina: «Ecco il piano rifiuti». Agenda 21: porta a porta, ma soprattutto ridurre gli sprechi

Da Latina Oggi del 28 marzo 2012

TERRACINA: «ECCO IL PIANO RIFIUTI». AGENDA 21: PORTA A PORTA, MA SOPRATTUTTO RIDURRE GLI SPRECHI

di Diego Roma

Una proposta organica da attuare a pacchetto chiuso e con concreti atti amministrativi. Il gruppo di Agenda 21 Locale ha presentato al Comune le «Linee guida per una gestione sostenibile del ciclo rifiuti». Un elaborato nato nell’ambito del Piano d’azione varato nel 2007 e che oggi più che mai potrebbe costituire un punto di partenza per una raccolta ad hoc. Pochi, ragionati e imprescindibili i passaggi suggeriti dal Forum affinché si raggiungano quei requisiti necessari ad ottenere la Bandiera blu, ma soprattutto a creare una «sostenibile»: raccolta porta a porta, isole ecologiche, differenziata nelle scuole, un osservatorio permanente e non ultimo il monitoraggio delle discariche abusive. Due i documenti presi in considerazione: «Lo studio del piano regionale sui rifiuti» – scrive Agenda 21 – da cui «si possono conoscere caratteristiche e specificità molto importanti della nostra Provincia» e la direttiva europea del 2008. Gli obiettivi non sono impossibili. «La percentuale di raccolta differenziata che il Paese deve raggiungere entro il 31 dicembre 2012» è «almeno il 65%» a fronte di un «incredibile 5-6%» della nostra città. «Tuttavia l’attenta lettura delle “Linee guida del Piano rifiuti della Regione” ci si rende conto che solo sommando la percentuale dell’organico, 30%, a quella di carta e cartone, 27% circa, si raggiunge già quasi il 60%». Ma serve una strategia: in primis informare i cittadini, azione per la quale il Forum ribadisce la sua disponibilità con le scuole. In secondo luogo occorre che il piano venga recepito nel capitolato d’appalto e nel PEF, compreso l’utilizzo dell’impianto di Morelle risulta particolarmente strategico. «Raccoglierebbe “in prossimità” il 30% di tutti i rifiuti», prosegue la nota. E poi ancora i principi della direttiva europea, che farebbero di Terracina una città moderna: «Ridurre, Recuperare, Riusare, Riutilizzare, Riciclare», con in testa proprio la «riduzione dei rifiuti». Come? «Compostaggio domestico, fontane pubbliche controllate, raccolta degli olii domestici usati, uso nelle mense di materiale non a perdere, riduzione della carta nelle pubbliche amministrazioni». E ancora donazione ai banchi alimentari degli sprechi di cibo e domeniche degli ingombranti. Insomma, una città dei sogni. Agenda 21 c’è. La palla ora passa al Comune.

Terracina, mobilità poco sostenibile. Agenda 21: «Il Piano del traffico preclude finanziamenti europei»

Da Latina Oggi del 28 dicembre 2010

 

MOBILITÀ POCO SOSTENIBILE. AGENDA 21: «IL PIANO DEL TRAFFICO PRECLUDE FINANZIAMENTI EUROPEI»

 

di Diego Roma

 

La «bacchettata» arriva forse in tempo utile per ravvedersi. E rimettere mano a un Piano Urbano del Traffico che, se approvato così com’è farebbe più danni che altro. Così almeno la pensa il forum di Agenda 21 locale, che boccia senza appello il progetto di viabilità urbana che dovrà essere discusso in Commissione e poi in Consiglio comunale. Molte le obiezioni sollevate dal forum. Ma uno salta all’occhio più di tutte. L’aver ignorato – è la tesi di Agenda 21 – le linee guida europee in materia di mobilità, tra cui il Piano di Mobilità Urbana, che «è cosa ben diversa, di più ampio respiro» rispetto all’attuale Piano urbano del Traffico. «L’unico – precisa il forum – ad aprire l’accesso a finanziamenti provinciali, regionali, ministeriali ed europei». Agenda 21 entra nello specifico criticando lo «stazionamento degli autobus dei capolinea posti a ridosso dell’area dell’ospedale civile», dove vi sono persistenze archeologiche, ma anche l’assenza di «soluzioni adeguate di servizi di mobilità terrestre a servizio delle due aree portuali di levante e di Badino», e ancora i progetti di parcheggi multipiano, previsti «in zone ormai soffocate dal traffico». «Le iniziative estemporanee – continuano Emilio Selvaggi e Sergio Gianforchetti – sono destinate al fallimento o all’inutilizzo se non inserite in una rete più complessa e virtuosa». Il forum si dice, ancora una volta, disponibile al confronto. E tanto per cominciare invia, per chi lo avesse dimenticato, il Piano Urbano d’azione sulla mobilità urbana. In cui acquisirebbe un senso anche il progetto di bike sharing tanto voluto dall’assessore Loreto Maragoni. Che, con le attuali piste ciclabili, sarebbe poco meno che una boutade.

Terracina, ecco come muore una città d’arte. Dossier Agenda 21: dieci anni di politica miope e inefficiente

Da Latina Oggi del 14 agosto 2010

ECCO COME MUORE UNA CITTÀ D’ARTE. DOSSIER AGENDA 21: DIECI ANNI DI POLITICA MIOPE E INEFFICIENTE

di Diego Roma

È come stare per dieci anni alla stazione e perdere puntualmente il treno. Sapendo magari che è il treno giusto. Spietata e per certi versi sconcertante è l’analisi contenuta nel Piano per la valorizzazione e la promozione dei beni culturali realizzato da Agenda 21 Locale. Il documento è finito sul tavolo del sindaco Stefano Nardi, messo di fronte alle «sabbie mobili» in cui è impantanato da un decennio il patrimonio culturale della città. «Terracina Città d’arte», passa ai raggi x la politica in materia di cultura negli ultimi dieci anni, registrando «evidenti e gravemente negativi» ritardi, «inefficienze» e «incapacità». Un paradosso? «I dati più recenti fanno rilevare risultati a dir poco sorprendenti, in controtendenza rispetto all’offerta turistica tradizionale – spiegano il presidente Selvaggi e il segretario di Agenda 21 Sergio Gianforchetti -, il prodotto interno lordo del turismo culturale, ha ormai superato, in Italia, quello del turismo balneare». Sul locale, basterebbe applicare le delibere consiliari e il Piano d’azione di Agenda 21. Studi, al contrario, bellamente ignorati dall’amministrazione comunale. «Sembra quasi che da parte delle varie amministrazioni ci sia l’incapacità di recepire le valenze, non diciamo culturali di un patrimonio invidiabile, ma addirittura le grandi potenzialità di sviluppo e di ricaduta economica per l’economia cittadina».

Quelle di Selvaggi e Gianforchetti non sono fantasie. Basta dare un’occhiata ai numeri. In dieci anni, dei 31 interventi pubblici programmati, solo 4 sono stati completati («meno di un intervento ogni due anni»); 4 lo sono stati solo parzialmente mentre sono 15 gli interventi fermi e ben 12 quelli mai avviati. «Una improduttività – fanno rilevare i vertici di Agenda 21 – che supera il 90%». Per chi mastica il linguaggio dei numeri, il tutto si traduce in «un mancato investimento pari al 76%». Su 31 milioni di euro programmati ne sono stati spesi 7.300.000, ma solo 1.300.000 per opere poi concluse. Quei 730.000 euro l’anno sono «circa l’1,2% dei bilanci annuali rispetto al 5% dell’investimento previsto». Il dato, certo, deve fare i conti con le poche risorse economiche del Comune. Ma la prospettiva di Agenda 21 è un’altra. «Dai dati annualmente registrati dall’APT sul territorio provinciale» si rileva «una domanda di turismo culturale, di servizi e di attività culturali legati alle “Città d’Arte” che è cresciuta progressivamente, fino a diventare una delle voci più significative del l’economia turistica locale». Si tratta, insomma, di fare investimenti nell’ottica di un turismo culturale che potrebbe restare l’unica carta vincente per una città d’arte come Terracina. Invece, la miopia degli organi dirigenti fa registrare soltanto «mancata riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale cittadino, mancati investimenti e dunque mancato lavoro per le imprese di settore, mancato sviluppo qualitativo dell’economia turistica culturale» e del suo indotto commerciale», e decine di palazzi storici chiusi e inutilizzati. Il tutto, in soldoni, si riduce in un mancato introito nelle casse pubbliche.

Ecco perché Agenda 21 torna a chiedere un cambio di rotta. Di più, «un apposito Dipartimento comunale, articolato nei settori di competenza, l’anagrafe del patrimonio culturale e monumentale» che contempli sistemi integrati in grado di mettere in rete i servizi del settore. È più di un auspicio. È un passo indispensabile per tirare fuori la città dalla crisi economica e di immagine in cui si trova.

Trasporto a Terracina, la ricetta dell’Agenda 21

Da Latina Oggi del 30 marzo 2010

 

TRASPORTO, LA RICETTA DELL’AGENDA 21

 

Sollecitare il Comune di Terracina a mettere in atto un Piano per la mobilità sostenibile nella nostra città, attuando le direttive della Parlamento Europeo che prevede un contributo finanziario di milioni di euro. È questa in sintesi l’azione mossa dal Forum Agenda 21 locale, presieduto dal professor Emilio Selvaggi. Gli esponenti del Forum dopo aver studiato e approvato una serie di linee guida per adeguarsi alle normative comunitarie, scrivono al sindaco Stefano Nardi per metterlo di fronte al problema della mobilità e l’assenza di un piano sostenibile, che non ha nulla a che vedere, precisano i curatori, con il piano relativo al traffico cittadino. «Non vorremmo che l’assenza di referenti istituzionali in campo ambientale e la mancanza di attenzione al problema – si legge nella lettera – portasse la nostra città alla perdita di finanziamenti comunitari, nazionali e regionali». Sarebbe veramente paradossale, visto che a detta degli esponenti del Forum «il nostro Comune ha le carte in regola per pretendere interventi migliorativi per la qualità della vita dei nostri cittadini». Un piano che si andrebbe ad unire alle iniziative «estemporanee» in materia di mobilità, che, seppur lodevoli per il tentativo di alleggerimento del traffico cittadino «sono destinate al fallimento o all’inutilizzo se non inserite in una rete più complessa e virtuosa». Il «Pum» come soluzione alle problematiche «delle scelte di politica dei trasporti a scala urbana, considerando tutte le questioni inerenti la mobilità e i trasporti». E i costi? Una quota di finanziamento sarà pubblico, «sostenuta per la maggior parte dall’Amministrazione centrale per le opere riconosciute prioritarie a scala nazionale», l’altra dei privati, «che partecipano al rischio e all’utile del progetto». «Un progetto di trasporto – continua il Forum – fondato su un insieme d’investimenti e di innovazioni organizzativo-gestionali» da realizzarsi in 10 anni. L’obiettivo è effettuare «un sistema integrato e plurimodale di mobilità sostenibile al servizio del territorio» e dei terracinesi. Ora l’azione e l’ultima parola spetta solo al primo cittadino e al suo Consiglio.

Terracina, Agenda 21 propone un piano «verde»

Da Latina Oggi del 1° agosto 2009

AGENDA 21 PROPONE UN PIANO «VERDE»

di Francesco Avena

Aree verdi, il Forum di Agenda 21 propone all’assessore all’Ambiente Ezio Longo un piano. Durante alcuni incontri svoltisi nei giorni scorsi tra il neo assessore all’ambiente e il segretario di Agenda 21, Sergio Gianforchetti, e il presidente Emilio Selvaggi, è stata avanzata la proposta di concretizzare in linea con il Piano d’Azione, un Piano delle Aree Verdi i cui contenuti non vanno confusi con un piano di manutenzione del verde pubblico risolvibile con necessari contratti di appalto. Ecco, nelle intenzioni di Agenda 21, finalità e scopi del piano: «Si dovrà stabilire un rapporto ottimale tra verde per abitante; rapporto tra verde urbano ed aree naturalistiche extraurbane; accesso ai fondi extra municipali in base a progetti mirati». La scelta di concentrare gli sforzi di Agenda 21 su questo tema delle aree verdi è dovuto sia al fatto che, «il Forum – afferma il presidente Emilio Selvaggi – è già in possesso di proposte ed elementi di studio che possono accorciare i tempi che portano all’approvazione di un apposito regolamento». In secondo luogo stendere un piano tanto utile per la tutela e la promozione ambientale di Terracina avrebbe anche il merito di non comportare costi che l’amministrazione Comunale non potrebbe sostenere. Ancor più interessante e proficuo, sia per il Comune che per il Forum di Agenda 21, sarebbe poter ripartire dopo più di un anno di assenza dalla scena a causa della mancanza di assessori all’Ambiente. Adesso che c’è, ha dimostrato di voler sostenere il piano di Agenda 21, il percorso del Forum dovrà riprendere quasi da zero, con tanti propositi ma anche scegliendo obiettivi chiari per il futuro.

L’energia eolica potrebbe bastare per tutta l’umanità

Dal quotidiano gratuito City del 24 giugno 2009

 

L’ENERGIA EOLICA POTREBBE BASTARE PER TUTTA L’UMANITÀ

 

Basterebbe una rete di turbine sul territorio americano, dice uno studio USA pubblicato su Pnas, per produrre energia pari a oltre cinque volte il consumo globale.

Presidente Agenda 21, al via la nuova elezione

Da Latina Oggi del 19 maggio 2009

 

PRESIDENTE AGENDA 21, AL VIA LA NUOVA ELEZIONE

 

di Maya Bottiglia

 

Elezioni del nuovo presidente e segretario del Forum di Agenda21 locale. Le convocazioni sono previste per oggi presso Villa Tomassini, alle 17,30 la prima e alle 18,30 la seconda. «Nell’invitare tutti gli iscritti aventi diritto – scrive il Forum di Agenda21 Locale – ad esprimere il loro voto, si fa rilevare la particolare importanza dell’occasione che coincide con il momento in cui occorre passare dalla fase costitutiva alla fase attuativa del Piano d’Azione approvato dal Consiglio Comunale. È di buon auspicio la presenza del nuovo assessore all’Ambiente che ha manifestato la sua disponibilità a discutere alcuni punti critici che affliggono la nostra città, rilevati dai Gruppi di Lavoro e per cui esistono proposte per uno sviluppo sostenibile di Terracina, oltre alla possibilità di accedere a fondi europei, ministeriali e regionali».

Se il tetto diventa una “centrale” di energia pulita

Dall’inserto Affari & Finanza di Repubblica del 18 maggio 2009

 

SE IL TETTO DIVENTA UNA “CENTRALE” DI ENERGIA PULITA

 

di R. Rap.

 

Il primo ad innamorarsene è stato Sting, che l’ha voluto per la sua villa in Toscana. Ma la lista di chi vuole trasformare un normale tetto in una piccola grande centrale di produzione d’energia pulita si allunga. Il progetto è della “Area industria ceramiche” che in partnership con Marazzi Group ed il colosso americano Jabil Circuit, produce la “Tegola Solare Area”, di cui detiene il brevetto in esclusiva: una tradizionale tegola in argilla che ingloba in modo invisibile celle fotovoltaiche, in grado di convertire la luce solare in energia elettrica, senza provocare modifiche nell’aspetto del tetto e dell’edificio. Questo tipo di copertura permette infatti l’utilizzo di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili anche nei luoghi protetti da vincoli architettonici e paesaggistici. E i vantaggi sono tanti: per 40 mq di copertura con fototegole con 4 celle da 2,5 Wp, l’investimento complessivo sarebbe di poco superiore a 15.000 euro oltre IVA, con una potenza complessiva di 3,0 kWp (Kilowatt di picco). Con tale superficie si risparmia un rilascio in atmosfera di quasi due tonnellate di anidride carbonica, corrispondente a 6 chili e mezzo per ogni tegola all’anno.

Tutto nacque qualche anno fa dalla ristrutturazione del tetto del castello di Acquabella, nella foresta toscana di Vallombrosa e da allora il processo di progettazione e di industrializzazione ha portato a una spettacolare fusione fra massima tecnologia e capacità artigianale, un mix inimitabile ma necessario per assicurare la nascita di tegole identiche in tutto e per tutto a quelle usata da centinaia di anni per coprire i tetti di paesi e città italiane.

Oggi è tutto nelle mani di “Area Industrie Ceramiche” (l’unica società al mondo a detenere il brevetto per la tegola fotovoltaica) che ha rilevato nel mese di aprile il ramo di azienda di Marazzi Group (leader mondiale del settore) relativo allo storico impianto di Anagni, attivo dal 1974 e che attualmente occupa 108 persone. Alla base del progetto di rilancio c’è proprio il programma di affiancare alla tradizionale produzione di piastrelle in ceramica un prodotto innovativo verso cui riconvertire parte dello stabilimento, garantendo la continuità produttiva e occupazionale.

È un tipico esempio di come innovazione e green economy possano favorire una parziale riconversione di un settore nel quale l’Italia è leader: quello della ceramica. E a fronte di previsioni orientate ad un generale pessimismo l’offerta di prodotti di livello qualitativo e di prezzo più elevato possono costituire l’unica ancora di salvezza. Far bene all’ambiente, insomma, fa bene anche all’occupazione.

Il fotovoltaico cresce ad alto prezzo

Dal quotidiano gratuito DNews del 19 marzo 2009

 

IL FOTOVOLTAICO CRESCE AD ALTO PREZZO

 

di Angelo Di Mambro

 

La recessione ha colpito anche il fotovoltaico, ma la crescita della potenza installata in Italia procederà con tassi annui a due cifre per almeno un lustro. Continuerà la tendenza degli ultimi anni quindi- nel 2008 la potenza installata è cresciuta del 150% passando dai 120,6 MW di fine 2007 ai 301,7 attuali. Lo sottolinea il Rapporto dell’Energy & Strategy Group, l’osservatorio sull’energia del Politecnico di Milano. Che però ricorda anche la fragilità della filiera del fotovoltaico italiana: «Tre imprese su quattro – si legge nel Rapporto – sono italiane a valle della filiera, nella distribuzione e installazione, cioè dove la marginalità è più bassa (dal 7 al 17%), mentre a monte – nella produzione e vendita del silicio i ricavi superano il 50% – l’import puro raggiunge quota 98% e il restante 2% è rappresentato da imprese estere con filiale italiana».

Il solare made in Italy insomma soffre di una forte dipendenza dall’estero. Anche perché la realizzazione di un impianto che produce 1 megawatt di energia, cioè di una centrale, costa. Approssimativamente 5 milioni di euro. E dove trovare finanziamenti tanto generosi in un periodo in cui la sola parola “prestito ” fa stringere a chiunque i cordoni della borsa?

Il rischio concreto, se il paradigma tecnologico rimanesse esattamente com’è, silicio cristallino, è giocare un ruolo da comprimari nello sfruttamento dell’energia solare del domani. Con le imprese tedesche, spagnole, asiatiche, a rilevare anche la parte di filiera dove finora gli italiani hanno creato lavoro e impresa. E cospicue risorse, comprese quelle pubbliche degli incentivi, a prendere la via della remunerazione di altri mercati. Tre le proposte del Rapporto: affiancare una politica industriale alla politica di incentivi del Conto Energia; chiedere uno sforzo alle imprese per aumentare la capacità produttiva dei pannelli; investire in ricerca e sviluppo su nuove tecnologie come il film sottile, che potrebbero catapultare la Penisola da fanalino di coda della produzione a polo emergente del nuovo paradigma che entro 5 anni dovrebbe raggiungere una quota di mercato del 20-30%.

Il fotovoltaico nel nostro Paese comunque continuerà a crescere presso i consumatori finali, forte di un mercato giovane e di incentivi pubblici che sono i più alti d’Europa. Con il nuovo Conto Energia il Gestore dei servizi elettrici eroga infatti un incentivo che per ogni kilowattora prodotto che va da un minimo di 36 centesimi di euro, a un massimo di 49.

 

47 PROGETTI FINANZIATI DA UE, UNIVERSITÀ, ENTI PUBBLICI E RETI DI AZIENDE

 

L’Italia sconta un ritardo grave nel lancio di programmi di ricerca e sfruttamento delle energie rinnovabili. Peccato mortale in un settore, come il fotovoltaico, che richiede l’impiego di tecnologie molto “giovani” e complesse. Secondo uno studio dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano ci sono 35 progetti di ricerca pubblici sulle celle fotovoltaiche di nuova generazione. 18 sono finanziati dalla Comunità europea (per 164 milioni di euro), 14 sono i progetti universitari e di altri enti pubblici di ricerca (per quasi 5 milioni di euro) e tre quelli promossi da network di imprese con i fondi del bando “Industria 2015” del Ministero dello Sviluppo Economico. In Italia non c’è una specializzazione sul fotovoltaico, ma diverse iniziative in cui sono coinvolte l’Università di Ferrara, il CNR o il CESI Ricerca.

 

MEGACENTRALI A RILENTO, PICCOLE SCALE CRESCONO

 

Intervista a Vittorio Chiesa, direttore Energy & Strategy Group School of Management, Politecnico di Milano

 

DOMANDA. Come ha reagito il settore del fotovoltaico alla recessione?

RISPOSTA. «Si è fatta sentire. Ci sono circa 300 megawatt di potenza che hanno subito il rallentamento degli investimenti. A risentire di più della crisi sono stati gli impianti grandi, perché le banche che finanziano centrali di questo tipo (e si arriva anche al 90% dei costi) sono state più parsimoniose. Gli istituti di credito territoriali invece hanno perlopiù continuato a finanziare impianti piccoli».

 

D. L’Italia conferma una vocazione alla generazione diffusa più che alle distese di pannelli stile Spagna?

R. «Probabilmente sì. Per le caratteristiche orografiche e la densità abitativa e perché ogni intervento rilevante dal punto di vista territoriale richiede parecchi passaggi burocratici. Per avviare una centrale da più di 200 megawatt da noi ci vogliono 70 documenti. In Germania ne bastano 7. I privati e le imprese possono invece trasformare più agevolmente, per esempio, i tetti di case e capannoni in superfici che producono energia e reddito».

 

D. Produrre energia col fotovoltaico costa ancora troppo. A quando una convenienza maggiore?

R. I tedeschi dicono entro due anni. Secondo noi la grid parity (coincidenza del costo del kWh fotovoltaico con il costo del kWh prodotto da fonti convenzionali per tutte le categorie di utenti e per tutte le fasce orarie, ndr) non ci potrà essere prima del 2015-2016».