Sottotitolo: l’astensionismo è opera dei servizi?
Cominciamo.
Ci siamo imbattuti in questo articolo: https://comedonchisciotte.org/perche-non-scrivo-quasi-piu.
L’80% dell’articolo (tutta la prima parte), poteva essere tranquillamente condensata in questa semplice frase: la maggior parte degli italiani ha capito che la politica – già da decenni – è puro e semplice marketing.
Di conseguenza, nei confronti dei politici e della politica la gran parte degli italiani reagisce come quando, scesi dall’auto parcheggiata al centro commerciale, si ritrovano incalzati dall’africano o dal campano di turno che cerca di rifilare loro fazzoletti o calzini.
Quella narrazione, ormai e per fortuna, la grande maggioranza degli italiani la rifiuta e la rigetta.
Riproporgliela – sotto forma di critica alla narrazione stessa – è totalmente inutile e controproducente.
Non solo: alimenta l’eggregora.
Che invece va spenta.
Passiamo ora alle nostre osservazioni.
Riporteremo in corsivo le parole di Giorgio Bianchi e di seguito le nostre considerazioni al riguardo.
Dobbiamo cominciare a parlare con quelle masse di persone che non la pensano come noi. Dobbiamo dialogare e confrontarci con loro.
Matematicamente parlando, non serve.
È molto più utile e proficuo unire (e ascoltare) la base ELETTORALE di chi la pensa già come noi.
Nel 2014 Matteo Renzi ha fatto scuola, dimostrando a tutti che si poteva diventare premier avendo la maggioranza relativa nel Consiglio Direttivo del Partito Democratico.
Poi, con la complicità di Re (sangue reale?) Giorgio… «Enrico stai sereno».
Chi non la pensa come noi non è necessario per un eventuale progetto politico.
Lo dice la matematica, facciamocene una ragione.
Non solo, noi ci spingiamo oltre ed aggiungiamo un altro concetto: ha ragione Bill Gates. Per il filantropo, infatti, coloro che non la pensano come noi, coloro che non hanno capito… devono morire.
Ha torto Bill?
Non servono le pecore, serve il branco di lupi.
In Italia serve un organo di informazione che possa competere col mainstream.
Anche questo non è necessario.
Lo ha dimostrato nel 2013 Beppe Grillo.
Semmai, c’è da chiedersi perché a partire dalla seconda metà del 2012 il mainstream ha cominciato a dare la massima visibilità al Movimento 5 Stelle.
Deep State?
Servizi?
E se dietro c’erano i servizi, di quale potenza straniera?
Proseguiamo.
È inutile continuare a ripeterci tra di noi concetti già ampiamente assimilati. Le nostre analisi sono corrette.
No, Giorgio, su questo punto non siamo assolutamente d’accordo.
L’analisi del Terracina Social Forum afferma che il player internazionale numero 1 è il Regno Unito, il quale vuole arrivare alla dedollarizzazione.
Negli incontri della nostra area, però, tutto ciò non lo sentiamo mai dire.
Un’ipotesi del genere è frutto di ragionamenti e di letture.
Letture di Gianfranco Bellini, di Thierry Meyssan, di Giulietto Chiesa (in parte), di Giovanni Fasanella, di Federico Dezzani (in parte), di The Saker, ecc., ecc.
Secondo noi i britannici da una quindicina d’anni hanno già raggiunto un accordo sottobanco con i cinesi ed hanno scaricato gli yankee.
Ma di tutto ciò, nella nostra area, non ne sentiamo mai parlare.
Quindi, ci sembra quanto meno esagerato scrivere “Le nostre analisi sono corrette”.
A corroborare il nostro punto di vista, c’è il fatto che le clausole secretate del trattato di pace che l’Italia ha ratificato dopo la fine della seconda guerra mondiale, prevedono che il Belpaese sia un protettorato britannico.
Inoltre, Winston Churchill il 6 novembre 1945 disse queste parole a monsignor William Godfrey, delegato apostolico a Londra:
“Una totale libertà politica è l’unica cosa che mancherà all’Italia, che provocherà la debolezza dei futuri governi italiani”.
Come è stato esercitato tutto ciò negli ultimi anni?
Prima finanziando partiti sovranisti o pseudosovranisti quando a Londra premeva arrivare alla Brexit, poi sostenendo le proteste di piazza quando a Palazzo Chigi c’era l’odiato Mario Draghi, infine soffiando sul fuoco dell’astensionismo per rendere innocua la protesta.
Fermo restando che, quando Sua Maestà lo riterrà utile e confacente ai suoi interessi, magicamente sorgerà un nuovo movimento.
I soldi alle forze politiche italiane non arrivano solo dal Qatar.
Nella nostra area, tra l’altro, non sarebbe neanche un’ipotesi del tutto peregrina immaginare che i soldi arrivino dai russi o da ambienti trumpiani.
Ma per fare ciò, servono investimenti. Seri.
No, caro Giorgio.
Prima di tutto servono serietà e trasparenza.
Per fare un esempio, una tv dei cittadini, per noi, è tale se prevede l’azionariato popolare.
Se invece una tv che si autodefinisce tale continua imperterrita a chiedere donazioni, riservandosi però l’onore di stabilire la linea editoriale, crea un ibrido, una chimera, un gain of function sotto forma di emittente televisiva che è una via di mezzo tra un’azienda ed una Onlus.
In altre parole, un mostro che si comporta da associazione di volontariato quando si tratta di raccogliere denaro e si comporta da azienda quando si tratta di impostare la linea editoriale.
No, grazie.
Serietà e trasparenza.
Chiediamoci perché gli italiani non hanno premiato tutto ciò alle urne il 25 settembre scorso, nonostante l’elevatissima audience della suddetta tv dei cittadini.
Gli elementi chiave di ogni rivoluzione sono le risorse, le idee e i militanti.
Le risorse ci sono? Tu scrivi che non ci sono. Noi rispondiamo che Grillo nel 2012-2013 non mise in campo risorse del genere.
Le idee ci sono? Sì, ma sono sempre le stesse.
Non sentiamo infatti parlare delle clausole secretate del trattato di pace ratificato dall’Italia nel dopoguerra, né del ruolo del Regno Unito che vuole la dedollarizzazione perché ha l’accordo sottobanco con la Cina.
I militanti ci sono?
Troppo divanizzati.
Il branco di lupi, in natura, non ha il divano.
Avete mai visto un cane da compagnia sedersi su un divano? Noi sì. Che cosa fa prima di accovacciarsi? Due o tre giri su stesso, poi si acciambella sul sofà.
Perché i cani si comportano in quel modo?
Retaggio ancestrale di quando erano lupi. Questi ultimi, infatti, non hanno tane (fatta eccezione quando la lupa alfa deve partorire), per cui dormono dove capita e fanno giri su se stessi per appiattire e rendere comodo il terreno sul quale si vanno a stendere per dormire.
Se i militanti sono divanizzati, sono cani da compagnia.
Servono i lupi.
Per arrivare ai lupi, serve un’altra narrazione.
Quindi è errato affermare quanto segue:
È inutile continuare a ripeterci tra di noi concetti già ampiamente assimilati. Le nostre analisi sono corrette.
Questa narrazione crea divanizzati, non lupi.
Inoltre,
ogni anno, battaglioni di influencer vengono immessi sul mercato per plasmare a piacimento i diversi settori della società. In particolare i giovani.
La nostra esperienza sul territorio come militanti ci ha fornito feedback diversi.
All’inizio del 2022 abbiamo distribuito questi volantini agli studenti delle scuole superiori.

L’impatto è stato devastante: i volantini buttati per terra sono stati una percentuale infinitesimale (rispetto alla media solita), gli studenti che hanno letto sono impalliditi ed ai pochi che rispondevano la replica era: «Non li vedi gli sportivi che tirano le cuoia sui campi da gioco?».
Un mese dopo abbiamo proceduto alla seconda ondata di volantinaggio, veicolando il messaggio seguente.

Ebbene, gli studenti rifiutavano di prendere i volantini.
Che cosa voleva dire?
Voleva dire che a casa avevano mostrato i precedenti volantini ai genitori.
Sono ancora madri e padri ad essere determinanti su certe scelte, non gli influencers.
In Italia serve un organo di informazione che possa competere col mainstream.
Il problema non è il mainstream, ma la pay tv.
Perché divanizza.
E perché divanizza proprio coloro che, per motivi anagrafici, potrebbero essere rivoluzionari.
Però nell’analisi la pay tv non c’è.
Tutto quello che c’era da dire sulla situazione attuale è stato già detto.
Sicuro, caro Giorgio?

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Scritto da supermarco
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