Sito Pubblico del Social Forum di Terracina

Dal quotidiano gratuito DNews del 4 febbraio 2011

 

PROVENZANO «MALATO», ISTANZA DI SCARCERAZIONE E PERIZIA

 

di Daria Simeone

 

Un «essere umano» a cui va «garantito il diritto alla salute». È questo Bernardo Provenzano, ex primula rossa, e capo dei corleonesi arrestato nell’aprile del 2006 dopo 43 anni di latitanza. Il boss ha chiesto di uscire dal supercarcere di Novara, dove si trova in isolamento secondo il regime di 41 bis, per motivi di salute. Per adesso i suoi legali, come riferisce il Giornale di Sicilia, hanno ottenuto una perizia medica, per accertare le sue condizioni di salute e l’eventuale “compatibilità” con la permanenza nel carcere “duro”. Appena compiuti i 78 anni, “Binnu u tratturi” – soprannome conquistato per la sua violenza nel travolgere le vite dei “nemici” – è stato colpito da un’ischemia e sarebbe anche affetto da sindrome parkinsoniana. Dopo una prima serie di controlli sarà comunque necessario un ulteriore approfondimento diagnostico, che è stato affidato ad Oscar Alabiso, primario di oncologia dell’ospedale Maggiore della carità di Novara. Secondo i tre medici che lo hanno già visitato – Francesco Avato, Giuseppe Micieli, e Francesco Montorsi della Medicina legale dell’Università di Ferrara – è gravemente malato. La recidiva del tumore alla prostata, per cui nel 2003, da latitante, fu operato a Marsiglia, impone un trattamento specifico stabilito da un oncologo e «la destinazione del paziente presso sede idonea a garantire il rispetto di un programma terapeutico richiedente prestazioni esterne alla casa di custodia» . Alabiso avrà un mese di tempo per valutare le sue condizioni. «L’istanza di scarcerazione di Provenzano, che ho presentato come suo legale, è l’unico mezzo che la legge offre ai difensori per potere avere una perizia sullo stato di salute del detenuto» ha spiegato l’avvocato dell’ex boss di “Cosa nostra” Rosalba Di Gregorio, spiegando la motivazione che l’ha indotta a presentare la richiesta. «Tanto è vero – aggiunge – che noi legali non abbiamo nominato alcun consulente di parte perché ci interessa soltanto accertare le reali condizioni mediche di Provenzano e il rispetto del diritto alla salute costituzionalmente garantito a tutti i cittadini italiani e, prima ancora, agli esseri umani».

 

E SPATUZZA CHIEDE PERDONO PER LE STRAGI DEL ‘93

 

«Chiedo perdono a questa città che ho sfregiato». Così il pentito Gaspare Spatuzza ieri nell’aula bunker di Firenze nel processo per le stragi del ’93. Unico imputato è il boss Francesco Tagliavia. Nella testimonianza c’è un incontro col boss Graviano in un bar di Roma: «Giuseppe era felice. Mi comunica che avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo grazie alla serietà di alcune persone e mi menziona Berlusconi e Dell’Utri. «”Sono gli interlocutori, attraverso queste persone ci siamo messi il Paese nelle mani”, mi dice. Così ho capito che il patto era stato fatto con loro».

Lascia un commento