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BIOEDILIZIA: CASE IN CALCE E CANAPA, L’ESEMPIO DEL FRIULI

di Flavia Dondolini

La bioedilizia fa passi da gigante. L’inquinamento indoor è spesso la causa principale di problemi di salute, dalle semplici allergie e mal di testa fino ad arrivare a malattie degenerative. Per questo, oltre che per un maggiore rispetto nei confronti dell’ambiente, inizia a farsi strada nell’edilizia odierna l’idea che gli edifici debbano garantire non solo comfort abitativo ed estetica, ma anche risparmio di energia e soprattutto salubrità dell’ambiente interno. Problema risolvibile attraverso l’utilizzo di tecniche e materiali da costruzione alternativi e naturali, come il biocomposito di canapa e calce, che può essere impiegato sia in nuove costruzioni che in ristrutturazioni. Uno degli ultimi esempi, si trova in Friuli, dove si è intervenuti su un edificio con struttura portante in legno, migliorandone l’efficienza energetica grazie ad una muratura esterna fatta di materiali completamente naturali ed ecologici.

Bioedilizia vuol dire anche canapa e calce. Il biocomposito di canapa e calce è il risultato di una combinazione di truciolato vegetale di canapa (derivato dalla lavorazione dello stelo della pianta) con un legante a base di calce idrata e additivi naturali. Una volta indurito, diventa un materiale altamente isolante (a livello termico ed acustico), rigido e leggero, con ampie possibilità di applicazione e con la possibilità di variarne le modalità di miscelazione e le proporzioni in base alla necessità che si intende soddisfare.

Il truciolato vegetale di canapa assolve la funzione di aggregato in sostituzione di ghiaia, pietrisco e sabbia, mentre, grazie alle sue caratteristiche uniche, quali l’alto contenuto di silice e la presenza di milioni di micropori dalle dimensioni nanometriche, gode di numerose proprietà tra cui spicca una perfetta veicolazione del vapore acqueo.

Il legante a base di calce, poi, stabilizza la componente vegetale: la mineralizza proteggendola dalla possibilità di decomporsi, di incendiarsi o di essere aggredita da insetti o roditori.

“Abbiamo individuato nel biocomposito di canapa e calce una soluzione innovativa per il settore della bioedilizia – spiega Paolo Ronchetti, general manager di Equilibrium, un’impresa sociale che opera nell’emergente settore della bioedilizia -. Tra i vantaggi nell’utilizzo di questo tipo materiale, c’è soprattutto la sua capacità di contrastare i cambiamenti climatici sequestrando biossido di carbonio, ossia la CO2, dall’atmosfera. Questo perché la canapa è la pianta che produce più biomassa al mondo, crescendo in soli quattro mesi fino a quattro metri di altezza e assorbendo biossido di carbonio durante il suo ciclo vitale”.

Ora l’edificio in provincia di Udine è ad emissioni estremamente ridotte e soprattutto biocompatibile. “Le numerose richieste che ci arrivano da tutta Italia ci stanno imponendo di coinvolgere un numero sempre maggiore di tecnici e installatori, e questo dà prova di come la bioedilizia non solo fa bene all’ambiente e alle persone, ma permette un risparmio economico per gli utenti e soprattutto crea occupazione”, conclude Ronchetti.

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